E bravo Uolter, e bravi “compagni”

Potrebbe essere anche ininfluente ma comunque non si può non constatare che Veltroni abbia combattuto due battaglie.
Una a destra e l’ha persa. L’altra a sinistra e li ha fatto piazza pulita. E bravo Uolter! 

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Colpo di stato mediatico all’ita(g)liana 2?

Dopo il mio post di ieri riguardante lo scandalo dell’Utri censurato dalle tv e, in parte, anche dai siti internet dei grandi giornali italiani che non riportano più la notizia in homepage, sono confortato dal fatto che, almeno all’estero, se ne stia parlando.

Il sito del guardian riporta infatti la faccenda. Probabilmente non vuole garantire un voto sereno agli ita(g)liani.

Berlusconi ally denies Mafia-run ballot plot

Fraud allegations against top aide rock election frontrunner as Italians flock to the polls today

An Italian senator and top aide to Silvio Berlusconi has been forced to deny reports linking him to an alleged Mafia-run plan to hand Berlusconi 50,000 fraudulent votes, as voting gets under way today in the Italian elections.

Marcello Dell’Utri, who is appealing against a sentence for consorting with Mafia clans, has admitted helping to enrol on Berlusconi’s election campaign a man whom prosecutors suspect teamed up with the Calabrian Mafia to fix votes. But the Sicilian senator, who helped to launch Berlusconi’s Forza Italia party in 1994, described reports of his possible links to the alleged vote fraud as ‘lies and garbage’, adding that he had not been told he was under investigation. With a tight race in the senate expected as voters head to the polls today and tomorrow, the overseas vote could prove to be decisive in the battle between Berlusconi and centre-left leader Walter Veltroni to take over from Romano Prodi, whose government collapsed in January. Just over 1.2 million votes have been cast overseas.[…]

Anche il sito del Telegraph ne parla

[…]However,
public prosecutors said that one of his innermost circle, Marcello
Dell’Utri, had been overheard discussing the election with a bankrupt
businessman, with alleged ties to Calabria’s ‘Ndrangheta mafia, said to
have been behind the attempt to rig the vote. The votes involved were
intercepted and will not be counted
.

Mr Dell’Utri
denied the allegation that he had any involvement in wrong-doing of any
kind, and said he was not under formal investigation. "This is a vulgar
insinuation, and an evident electoral ploy against me," he said
yesterday. He did not dispute that he had been
overheard on a wire-tapped telephone in talks with the man at the
centre of the investigation, but denied it was other than an innocent
conversation.
[…]

 L’unico modo per sapere queste cose è usare google oppure capitare per caso qui o qui.

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Dichiarazione di voto

Votare, non votare è lo stesso. Astenersi, in effetti, è confermare la
nuova maggioranza, quale essa sia. Qualunque cosa si faccia a questo
proposito, non si sarà fatto niente se non si lotta nello stesso tempo,
questo vuol dire fin da oggi, contro il sistema della democrazia
indiretta che ci riduce deliberatamente all’impotenza, tentando,
ciascuno secondo le sue risorse, ‘di organizzare il vasto movimento
antigerarchico che contesta dappertutto le istituzioni.

Jean Paul Sartres, « Les Temps Modernes », gennaio 1973
(tratto da http://www.carmillaonline.com/archives/2008/04/002606.html)

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Colpo di stato mediatico all’ita(g)liana?


Attenzione! Due precisazioni
1)Per "normale" senso di responsabilità (il vostro) vi prego, nella lettura, di coniugare tutti i verbi al condizionale. 
2)Marcello Dell’Utri,condannato definitivamente a Torino a 2 anni e 3 mesi per false fatture e frodi fiscali nella gestione di Publitalia (reato per cui fu arrestato per 18 giorni nel maggio 1995 e poi patteggiò la pena in Cassazione); condannato in primo grado e in appello a Milano a 2 anni per tentata estorsione mafiosa insieme al boss trapanese Vicenzo Virga ai danni dell’imprenditore Vincenzo Garraffa; condannato in primo grado a Palermo a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa; salvato dall’immunità parlamentare dalla richiesta di arresto avanzata nel 1999 dai giudici di Palermo in un processo per calunnia aggravata contro alcuni pentiti (processo chiuso in primo grado con l’assoluzione e ora in fase di appello); ecco Marcello Dell’Utri dichiara che "Sono tutte invenzioni strumentali. Apprendo tutto dai giornali ed è una cosa barbara"

Il corriere ha pubblicato sul suo sito uno scoop che potrebbe forse decidere le elezioni.
Ma solo se mandato in tv come si dovrebbe fare con una notizia di questo tipo.

http://www.corriere.it/politica/08_aprile_12/voto_scambio_utri_5e0f8c4a-085c-11dd-883b-00144f486ba6.shtml
Miccichè (non il politico siciliano) al telefono con Dell’Utri si dice convinto che l’operazione (si sta parlando della compravendita di 50mila voti)
andrà in porto. «Basterà pagare qualche addetto ai lavori — dice
rivolgendosi a Del-l’Utri, chiamandolo per nome —. I responsabili delle
votazioni si tapperanno entrambi gli occhi quando qualcuno dei nostri
si preoccuperà di recuperare tutte le schede bianche e barrare la
casella col simbolo Pdl»

Invece la deontologia professionale dei giornalisti della tv ci salverà tutti.
A mezzogiorno non una parola su tg1 e tg2, rete4 e canale5.
Quelli di radio popolare però l’hanno mandata come prima notizia e hanno trattato l’argomento in maniera equilibrata http://www.radiopopolare.it/fileadmin/notiziario/notiziario_12_59.mp3
Probabilmente il Corriere ha un informatore in procura e si sbilancia. RadioPop fornisce la notizia. La tv, per ora censura.
Se il Corriere ha ragione e le intercettazioni sono quelle riportate
sul sito non si capisce perchè Dell’Utri non sia ancora indagato e non
abbia ancora ricevuto un avviso di garanzia.
Cosa aspettano? Non vogliono essere accusati di giustizia ad orologeria?

Come risulta da Rainews24 (
http://www.rainews24.rai.it/notizia.asp?newsID=80618
):

"Una fuga di notizie come quella di oggi, in una
situazione cosi’ delicata, rischia di avere effetti patologici sul buon
esito dell’inchiesta". Lo ha detto il pm della Dda di Reggio Calabria
Roberto Di Palma, titolare dell’indagine sui presunti brogli nel voto
degli italiani in America latina."

Quindi volevano semplicemente aspettare. Ovvio, le logiche della
magistratura non sono quelle della politica. E fin qui ci siamo. Ora
però c’è stata la fuga di notizie e sembra chiaro che Dell’Utri non
aveva ancora ricevuto l’avviso di garanzia per non compromettere
l’inchiesta. Volevano insomma prenderlo con le mani nella marmellata.

"Le inchieste – ha aggiunto Di Palma – non
dovrebbero comparire sui giornali prima che si concludano. Oggi siamo
in una fase patologica della vicenda provocata proprio dalla fuga di
notizie. L’esito dell’inchiesta rischia di essere compromesso perche’
sono stati pubblicati particolari che non dovevano assolutamente venire
fuori. Non mi interessa tanto il problema del condizionamento del voto,
perche’ e’ un punto di cui abbiamo parlato per tempo col Ministro
dell’Interno e ritengo che quello che dovevano fare, a livello di
prevenzione, sia stato fatto, come ha detto Amato. Sono problematiche
che non mi riguardano Quello che mi interessa e’ il resto
dell’indagine, che adesso e’ tutto compromesso".

Il ministro dell’interno Amato sa tutto e, come dice sempre il corriere, (http://www.corriere.it/Politica/2008/elezioni08/amato_brogli_830582fc-07ad-11dd-b1ed-00144f486ba6.shtml) i consolati sono stati allertati della possibilità di brogli.

Per concludere:


http://www.corriere.it/politica/08_aprile_12/micciche_voto_scambio_intervista_cavallaro_258213ec-0885-11dd-883b-00144f486ba6.shtml

Ma
forse sarà meglio attendere fino a martedì perché solo allora, dopo le
elezioni, si insedierà il nuovo procuratore dello Stretto, Giuseppe
Pignatone, in arrivo da Palermo. Lo stesso che coordinò l’inchiesta su
Bernardo Provenzano, il padrino arrestato da Enrico Cortese, proprio il
funzionario frattanto promosso Capo della Mobile a Reggio e timoniere
dell’inchiesta che coinvolge Micciché. Una coppia palermitana
ricostituita per lui. E in qualche modo pure per Dell’Utri.


La magistratura si trova spiazzata dalla fuga di notizie.
I giornalisti, forti della mancanza di avvisi di garanzia per
Dell’Utri e sotto pressione politica evidentemente fortissima, se ne
sbattono e non danno la notizia.
La logica è perversa. La procura non manda l’avviso di garanzia per non
compromettere le indagini che evidentemente allo stato attuale possono
ancora essere inquinate (e lo saranno ormai, sopratutto politicamente).
I giornalisti, visto che non c’è avviso di garanzia, decidono di non
parlarne. Se
ne riparlerà dunque dopo le elezioni, martedì. Elezioni che
probabilmente vincerà Berlusconi. E a quel punto sarà troppo tardi. Si
tratterà solo di giustizia ad orologeria e di magistratura
comunista.

D’altronde, come disse zio Adolf dei Nazisti Democratici, "Al vincitore non si chiederà mai se ha detto la verità"

Se la notizia dei brogli non andrà in tv sarà vera censura che,
indipendentemente dalla riuscita della presunta operazione di falsificazione del
voto in sud america, potrebbe essere decisiva. Notizie di questo tipo
infatti cambierebbero, o almeno dovrebbero farlo, gli equilibri
politici.

Dell’Utri è il numero 2 di Berlusconi ed il fondatore di Forza Italia. 

Pochi giorni fa, secondo Peter Gomez, avrebbe "chiesto" sottilmente il voto alla mafia siciliana.

* Alle 15:31 a pagina 103 del televideo Rai non si parla dei brogli all’estero e nemmeno a pagina 120 (politica).

* Alle 19:49 ancora nulla sul televideo Rai.

* Intanto Radio Popolare parla, nel suo radiotg "lungo" delle 19e30 di presunto scandalo e cita ancora Dell’Utri. Molto cauti.

* Il Manifesto questa mattina è uscito con la denuncia di possibili brogli in prima pagina.

Baciamo le schede


Rischio brogli sul voto degli italiani
all’estero. Occhi puntati su cinquantamila schede bianche che la
‘ndrangheta potrebbe aver manomesso a favore di uno schieramento
politico. Nell’inchiesta della Dda di Reggio Calabria coinvolti un
faccendiere calabrese e un parlamentare siciliano. Dell’Utri mette le
mani avanti: «Non sono indagato, ho solo avuto contatti telefonici». E
tira in ballo l’ex governatore di Nassiriya Barbara Contini. Oggi
candidata Pdl

 

* 20:00 I titoli del TG1 e del tg di La7 non parlano per nulla di Dell’Utri o di compra-vendita di schede. Si parla di Draghi e di petrolio. Anche il TG5 pare non interessato e così il televideo Mediaset che non riporta la notizia né a pag.103 (Primo Piano) né a pag. 105 (Politica).
Purtroppo mi sono perso il tg3.

* Poi si scopre che Adnkronos riportava due giorni fa le lamentele di Sollazzo (Confederazioni Italiani nel Mondo)

ELEZIONI: SOLLAZZO (CIM), SUL VOTO ESTERO CAOS E BROGLI

Roma, 10 apr. (Adnkronos) – "L’ondata di proteste e contestazioni sul voto degli italiani all’estero e’ diventata un fiume in piena. Sono migliaia, ormai, le contestazioni sulla regolarita’ del voto espresso dai nostri connazionali residenti all’estero". Lo ha dichiarato Angelo Sollazzo del Partito Socialista e Presidente della CIM, Confederazione degli Italiani nel Mondo.

 

Il giorno dopo sempre Adnkronos

Reggio Calabria, 11 apr. – (Adnkronos) – A quanto apprende l’ADNKRONOS,
ci sarebbero clamorosi sviluppi
nell’ambito dell’inchiesta della
procura di Reggio Calabria in merito a una telefonata intercettata tra
un politico italiano e un uomo d’affari di origine siciliana che
sarebbe legato alle ‘ndrine della piana di Gioia Tauro. Massimo riserbo
da parte degli inquirenti sugli accertamenti finora eseguiti che pero’
potrebbero a breve sfociare in un provvedimento.

Reggio Calabria, 11 apr. – (Adnkronos) – "C’e’ una inchiesta ad alta
tensione della Procura di Reggio Calabria. Tanto ‘incandescente’ e’ la
materia che il procuratore reggente, Francesco Scuderi, e il pm Roberto
Di Palma, la settimana scorsa sono volati a Roma per informarne il
governo
. L’oggetto dell’inchiesta riguarda ‘possibili gravi brogli
elettorali’ nelle circoscrizioni all’estero, in particolare in America
Latina". E’ quanto afferma ‘La Stampa’ sottolineando che "l’inchiesta,
segretissima
, e’ in corso".

Beh i clamorosi sviluppi hanno un nome: Dell’Utri. E per ritrovare il suo nome si ritorna all’inizio, all’articolo del Corriere della sera. Perchè di questi sviluppi non ne parla dunque nessuno se sono clamorosi?

Certo vige il silenzio elettorale. Evidentemente per silenzio
elettorale si intende il divieto di dare qualsiasi notizia che potrebbe
influenzare il voto. Eppure RadioPop ne ha parlato ed il tg4 ha parlato
in apertura delle grandi difficoltà delle famiglie italiane. A questo
punto anche questo è violazione del silenzio elettorale.

 

* Massimo Franco analizza la situazione in un articolo intitolato
"Una goccia di veleno che rischia di rovinare una sfida «normale»"

Cito alcune frasi indicative:

"La prudenza con la quale gli schieramenti registrano l’inchiesta di Reggio Calabria è contraddetta da poche eccezioni isolate."
"La reazione generale, tuttavia, è silenziosa."
"E ieri sera, in tv, sia Veltroni che Berlusconi hanno glissato sull’argomento."


Insomma in tv la notizia è censurata.
Per il resto si tenta di nascondere accuramente tutto ma sempre con grande classe e pacatamente.
Come se gli elettori fossero animali irresponsabili che reagiscono emotivamente e i politici persone di discernimento e responsabilità che vogliono garantirci un voto sereno. Allora quelli di Radio Popolare e del Manifesto sono terroristi? Toh!

* La notizia riguardante Dell’Utri è sparita dalla home page di repubblica.it
Insomma il Viminale sarà pure una casa di vetro ma non di certo l’informazione italiana. Tengono gli elettori all’oscuro di brogli e intercettazioni per il bene della Nazione.
Come dice il sito de l’Unità

"Tantissime (le schede elettorali) nelle varie circoscrizioni estere, oltre 10mila – segnalò un servizio del Tg della Tv svizzera italiana – erano in circolazione e destinate al «miglior offerente». Costo dell’operazione, secondo le indiscrezioni trapelate, 200mila euro: 400 milioni delle vecchie lire per truccare il voto degli italiani all’estero.

Notizie allarmanti, al punto da indurre il procuratore reggente della Procura di Reggio Calabria, Francesco Scuderi e il sostituto Roberto Di Palma, a volare a Roma pochi giorni fa per informare il governo.

Le notizie trapelate parlano di una massa di voti che la ‘ndrnangheta è in grado di mettere a disposizione: almeno 50mila, all’estero e nelle zone d’Italia che controlla. Un vero e proprio attacco alla libertà dei cittadini, un condizionamento del voto tanto forte da far tremare la democrazia. "

Per non far tremare la democrazia, per non mettere in pericolo la libertà dei cittadini, per avere delle votazioni "normali" come dice Massimo Franco, è meglio tenere tutto nascosto.
Grande-senso-di-responsabilità.

* Ore 23:00
Sito di repubblica.it
Silenzio assoluto sui presunti brogli di Dell’Utri
In compenso "Il Times attacca il Cavaliere sulla vicenda Totti".
Fondamentale.

Sito Corriere.it
Spariti tutti gli articoli sui brogli.
Rimane solo piccola piccola l’analisi di Franco "Goccia di veleno"
In compenso: "Telefonini con fotocamera vietati nei seggi, è giusto? Vota"
Indispensabile.

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Errata corrige

Santanchè: «Siamo quelli che non si vergognano del nostro passato. Noi siamo quel partito incazzato con la bava alla bocca»

 Non era bava.

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Attenzione! Comunione e Liberazione non è la mafia

Comunione e liberazione chiede ai suoi il voto per il Partito delle Libertà. Il Partito delle Libertà chiede il voto alla mafia.
Un primo passo avanti è stato fatto. Comunione e Liberazione non è la mafia. Attenzione! CL non è la mafia. 

 

"Un fatto è certo:  per gli uomini di Cosa Nostra, per i loro amici, per
i loro familiari, le dichiarazioni  di Marcello Dell’Utri e Silvio
Berlusconi su Vittorio Mangano, suonano come un’esplicita richiesta di
voto. L’elogio all’eroismo dell’ex capo della famiglia mafiosa di Porta
Nuova, che negli anni ’90 decise di non collaborare con la giustizia e
di morire rispettando il giuramento criminale pronunciato vent’anni
prima, nel sud  vengono interpretate come un elogio all’omertà. A
questo punto è quasi inutile chiedersi per chi si schiererà la mafia, o
domandarsi quali fossero le reali intenzioni del leader del Popolo
della Libertà.
" Peter Gomez

 

"3) Per queste ragioni noi accordiamo la nostra preferenza a chi
promuove una politica e un assetto dello Stato che favoriscano quella
“libertà” e quel “bene”, e che possano perciò sostenere la speranza del
futuro, difendendo la vita, la famiglia, la libertà di educare e di
realizzare opere che incarnino il desiderio dell’uomo. Lo facciamo in
un momento storico che esige di non disperdere il voto, per non
aggiungere confusione a confusione.
In particolare, invitiamo a
guardare ad alcuni amici che, a partire dal personale impegno con la
comune esperienza cristiana, hanno già dimostrato in questi anni di
perseguire una politica al servizio del bene comune, della
sussidiarietà e della libertas Ecclesiae.
Ci auguriamo che essi possano continuare a documentare la novità che ha
investito la loro vita, come la nostra, affinché nella loro azione si
possa rendere ancora più esplicito il frutto dell’educazione ricevuta:
una passione per la libertà e per il bene vissuta come carità.
"
Comunione e Liberazione. Comunicato "Elezioni 2008 Ciò che abbiamo di più caro"

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Pacatamente


immagine presa dal sito http://gaa.noblogs.org/
ci sono molti altri manifesti astensionisti. e sono tutti per il non voto.
non seguirò l’invito ma sicuramente non voterò né per la pepsi né per la coca cola.

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Ancora Bologna: i nazifascisti minacciano e il rettore Calzolari abbassa la testa

Pare che mercoledì 9 il "magnifico" rettore Calzolari abbia vietato la proiezione del documentario NaziRock all’università di Bologna (a Giurisprudenza) perché, così sembra, i legali del nazi-fascista Fiore hanno minacciato di intentare una causa per diffamazione contro l’università.
Il preside di giurisprudenza si è invece giustificato parlando di par
condicio e di possibile influenza del documentario sul voto.
Come dire che prima del voto nessuno deve essere informato perché la cosa potrebbe danneggiare i futuri eletti.
Il documentario in compenso è regolarmente in vendita da settimane da Feltrinelli
Insomma
Calzolari e l’Università di Bologna, davanti alle minacce fasciste,
abbassano immediatamente la testa e si danno all’autocensura
preventiva…

Un altro esempio di gente con la schiena dritta.
In effetti giusto poco tempo fa Calzolari aveva detto, parlando del suo secondo mandato come rettore dell’università di Bologna: "Francamente è stata un’esperienza molto eccitante, ma come si dice in inglese è un wild world, un mondo selvaggio. Questo è diventato un lavoro terrorizzante."
Poveretto.

Un articolo preso dal sito http://www.nazirock.it/
Si dice che il film è stato censurato da Forza Nuova. 

Articolo da il Domani di Bologna del 10 Aprile 2008

Ancora censura per Nazirock

La proiezione del "film inchiesta" Nazi Rock,
organizzato dall’associazione studentesca Sinistra
Universitaria nella facoltà di Giurisprudenza
di Bologna (la proiezione era in
programma ieri sera alle 21) è stata «censurata » da
Forza Nuova, movimento politico di estrema destra, attraverso un’azione
di diffida
da parte dei legali di Roberto Fiore, il segretario
del movimento di estrema destra, nei confronti
dell’Ateneo di Bologna e della facoltà di
Giurisprudenza. «La situazione è resa ancora più grave
dal fatto che il documentario è una semplice inchiesta
del fenomeno fascista dilagante tra una parte
dei giovani italiani – afferma il segretario della
Sinistra Universitaria Alberto Aitini – Naki rock è composto
da una fedele riproposizione delle testimonianze dei militanti di
Forza Nuova
senza alcun commento esterno. E’ quindi
paradossale che le persone che si pongono in
rappresentanza di queste idee si oppongano
alla loro diffusione».
I ragazzi che avevano organizzato la proiezione
si dicono anche amareggiati e delusi dall’atteggiamento
assunto dal «nostro Ateneo, dal
quale ci si aspetterebbe più coraggio nell’appoggiare
iniziative che si propongono di fare
informazione».
La proiezione del film sarà comunque riproposta
dall’associazione nei prossimi giorni, o
negli spazi dell’università o durante la festa de
l’UNIversiTA’ che si terrà in piazza rossini dal 15
al 23 aprile.

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Sui fatti di Bologna: Bertinotti e la solidarietà a Ferrara

Fausto Bertinotti non è uno stupido.
E’ un politico ed un sindacalista navigato. E’ il candidato premier
della Sinistra l’Arcobaleno, un partito che si dice anche femminista.
Quindi, quando parla, io do per scontato che non ci stia donando parole
buttate lì per caso.
Bertinotti poteva esprimere la sua solidarietà ai turisti che non hanno potuto vedere la piazza e il palazzo del comune.
Oppure, più opportunamente, ai manifestanti che sono stati caricati senza motivi dagli sbirri.
O al giornalista di repubblica pestato anche lui per "sbaglio" durante la manifestazione.
O alla donna incinta di sette mesi a cui è stato dato un calcio.
O alla ragazza buttata a terra e presa a calci.
O al tizio che ha avuto la fortuna di prendersi un pugno in pieno volto
da un poliziotto mentre qualcun altro immortalava l’istante.
O ai soliti sette sfigati che sono stati riconosciuti dalla Digos e il giorno dopo denunciati.
O, ancora, e meglio e sopratutto, alle donne a cui Ferrara e coloro che stanno dietro Ferrara vorrebbero togliere ogni libertà.
Poteva addirittura starsene zitto e lasciare parlare i suoi.
O ordinare il silenzio a tutti.
Invece no. Bertinotti ha scelto di esprimere la sua solidarietà a Ferrara.
"Mi dispiace quanto è accaduto. A Ferrara rivolgo la mia personale solidarietà umana e politica.
Nessuno può accettare una contestazione sprezzante e violenta contro un protagonista della vita politica"

Forse dimentica che il voto è comunque e sempre personale, umano e politico.

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In arrivo un Partito Democratico Nucleare!

Mentre in tutto il mondo si smantellano le centrali nucleari o si
vendono progetti a paesi in via di sviluppo guardandosi bene dal
costruire in casa propria, in Italia esiste una lobby pro-nucleare
apertamente appoggiata da tutto il PDL, dall’UDC e, sempre meno
velatamente, anche dal PD.

Dopo il fisico Gianni Mattioli che lascia il pd contrariato dall’ambientalismo del fare e dalle scelte sul nucleare, per altro per nulla approfondite in campagna elettorale, in arrivo un altro carico di, detta gentilmente, merda.

Così in disordine dunque…

INCHIESTA
Il nucleare riparte da Bologna

Esponenti del Pd tengono a battesimo un master patrocinato da Alma
Mater ed Enea, che formerà tecnici in grado di gestire reattori a
fissione. Un’apertura verso nuove politiche energetiche?

http://www.lastefani.it/settimanale/article.php?directory=080317&block=0&id=1
http://www.lastefani.it/settimanale/article.php?directory=080317&block=0&id=2

"Vuol dire che in Italia non ci sono tecnici capaci di gestire centrali?
Attualmente,
in Italia, le persone in grado di interagire con reattori a fissione –
e parlo di impianti tradizionali, non di reattori di quarta generazione
– saranno non più di due o trecento. Tra questi, i giovani sono davvero
pochi. C’è un’esigenza di formazione: se partiremo nei tempi previsti,
saremo noi i primi in Italia, ma progetti analoghi sono allo studio
anche in altri atenei, per esempio a Genova.

E quindi servono corsi specialistici.
Sì.
Noi abbiamo preferito puntare su un master, più che su una scuola di
dottorato, proprio perché non vogliamo formare ricercatori ‘puri’, ma
persone in grado di interagire con i processi produttivi. Certo, può
darsi che le aziende a un certo punto dicano "non ci interessa più", e
che anche il Paese faccia marcia indietro: in quel caso il nostro
sarebbe lavoro sprecato. Ma è un rischio che bisogna correre.

[…]
Nessuno li vuole (i reattori nucleari) sul proprio territorio. Allo stesso modo, l’Italia ha
detto no al nucleare, e intanto compra l’energia prodotta da dieci
reattori francesi. Ma non possiamo sempre chiedere agli altri di fare a
casa propria quello che non vogliamo sia fatto a casa nostra."

Sul programma del Partito Democratico è scritto chiaramente che

4. L’Italia deve impegnarsi sulle tecnologie di punta: che si
tratti della cattura del biossido di carbonio per il "carbone pulito",
o si tratti del metano, delle biomasse o dell’idrogeno e anche del
nucleare di quarta generazione, ovvero quello a sicurezza intrinseca e
con la risoluzione del problema delle scorie.

Per capire cosa si intende per sicurezza "intrinseca" forse sarà utile elencare alcuni incidenti nucleari verificatisi in Francia negli anni 90.

1990: Cinque metri cubi di acqua radioattiva sono stati scoperti presso al stazione nucleare di Fessenheim;

1990: Avaria nelle tubature della stazione nucleare di Gravelines;


1990: Il reattore della stazione di Creys-Malville viene spento a causa della scoperta di un’infiltrazione di sodio.


1990: Due operai vengono contaminati nella stazione nucleare di Blayais.


1991: Avaria nel sistema id raffreddamento nell’impianto nucleare di Belleville.


1991: Un errore umano causa lo spegnimento della stazione di Paluel.


1991: Un’infiltrazione nel sistema refrigerante causa lo spegnimento del reattore della stazione di Nogent.


1991: Un’avaria tecnica crea problemi nella stazione di Belleville.


1991: Scoperta una violazione delle tecniche di specificazione per l’impianto di raffreddaemto dell’impianto di Cattenom.


1992: Avaria tecnica nello stabilimento di Fessenheim.


1992: Avaria tecnica per un’infiltrazione nel sistema refrigerante nell’impianto di Dampierre .


1992: Due operai contaminati nell’impianto di Dampierre.


1993: Errore umano causa problemi tecnici nell’impianto di Cruas.


1993: Avaria nel sistema di strumentazione e di controllo nello stabilimento di Saint Alban.


1993: Problemi tecnici causano un incidente nel sistema di raffreddamento nella stazione di Paluel.


1997:Un
treno trasportante 180 tonnellate di scorie altamente radioattive
deraglia vicino il confine franco-tedesco, nei pressi di Apach.

Visto
che il programma del PD non è stato presentare per gestire il paese nei
prossimi 30 o 40 anni ma nei prossimi 5 c’è da chiedersi perché aprire
al nucleare non come ricerca ma come fonte di energia per il paese. Il
perché ce lo dice Umberto Quadrino, amministratore
delegato di Edison che è pronto nei prossimi 10 anni a costruire 4 o 5 centrali nucleari di terza generazione.
Secondo
Paolo Fornaciari, ex responsabile delle attività nucleari di Enel, di anni ce ne vorrebbero solo 3 o 4.



Per
capire cosa si intende invece quando si parla del problema delle
scorie, evidentemente risolto anch’esso intrinsecamente dal programma
del PD, è utile riportare le parole di Carlo Rubbia, noto demagogo
dell’ambientalismo del no.

«Si apre a questo punto grave problema dell’eliminazione dei rifiuti
radioattivi. Con vari metodi sono inceneriti, triturati, macinati, pressati,
vetrificati e inglobati in fusti impermeabili a loro volta disposti in
recipienti di acciaio inossidabile, veri e propri sarcofaghi in miniatura.
Queste "vergogne" dell’energia nucleare vengono nascoste nelle profondità
sotterranee e marine. Non abbiamo la minima idea di quello che potrebbe
succedere dei fusti con tonnellate di sostanze radioattive che abbiamo già
seppellito e di quelli che aspettano di esserlo. Ci liberiamo di un problema
passandolo in eredità alle generazioni future, perché queste scorie saranno
attive per millenni.
La sicurezza assoluta non esiste neppure in quest’ultimo stadio del ciclo
nucleare. I cimiteri radioattivi possono essere violati da terremoti,
bombardamenti, atti di sabotaggio. Malgrado tutte le precauzioni
tecnologiche, lo spessore e la resistenza dei materiali in cui questi
rifiuti della fissione sono sigillati, la radioattività può, in condizioni
estreme, sprigionarsi in qualche misura, soprattutto dai fusti calati nei
fondali marini. Si sono trovate tracce di cesio e di plutonio e altri
radioisotopi nella fauna e nella flora dei mari più usati come cimiteri
nucleari. Neppure il deposito sotterraneo, a centinaia di metri di
profondità può essere ritenuto secondo me, completamente sicuro. Sotto la
pressione delle rocce, a migliaia di anni da oggi, dimenticate dalle
generazioni a venire, le scorie potrebbero spezzarsi o essere assorbite da
un cambiamento geologico che trasformi una zona da secca in umida, entrare
quindi nelle acque e andare lontano a contaminare l’uomo attraverso la
catena alimentare. A mio parere queste scorie rappresentano delle bombe
ritardate. Le nascondiamo pensando che non ci saremo per risponderne
personalmente."



Per concludere ecco la conferma da parte del PD del suo nuovo orientamento da "ecologia del fare".
Conferma che arriva dalle ultime dichiarazioni di Bersani, fino a qualche mese fa favorevole solo alla ricerca e non alla costruzioni di reattori sul nostro territorio, ma ora ambiguo al punto giusto.

NUCLEARE: BERSANI; PARLIAMONE CON SERENITA’

(ANSA)
– PIACENZA, 25 MAR – ”Nucleare pulito? Stiamo creando le condizioni
per parlarne con serenita’ e chiarezza”. Il ministro per lo Sviluppo
economico Pierluigi Bersani raccoglie l’invito lanciato dal libro di
Chicco Testa, che sara’ presentato dallo stesso Bersani nei prossimi
giorni. ”C’e’ sempre piu’ l’opportunita’ di dialogare su questo tema –
ha aggiunto – grazie al lavoro che abbiamo fatto in questo anno e
mezzo, con l’obiettivo di portare il Paese a prendere una decisione su
basi serie. E’ inutile sparare dei si’ o dei no a casaccio, il sistema
per il momento non e’ attrezzato, ma e’ quasi pronto: il nucleare e’
una scelta eventuale, che pero’ deve prevedere certi paletti molto
chiari. Con un’operazione che trovi un deposito di superficie, che
chiarisca il destino del materiale irraggiato e che rimetta l’Italia
nel circuito della ricerca sugli impianti di quarta generazione ci sono
le condizioni per decidere, il nucleare pulito diventerebbe un
orizzonte su cui riflettere”. (ANSA). C10-DIL

Co’è questo nucleare pulito o intrinsecamente sicuro?
Ce lo spiega Scalia

"Non
mi risulta che all’interno del consorzio generation four esistano
significative prestazioni di ricerca sulla sicurezza intrinseca. […]
mentre si ha la pretesa di dire che il problema è praticamente risolto
non meno di tre anni fa si davano miliardi di euro da parte di Europa,
Usa e Giappone per finanziare sistemi di incenerimento delle scorie. Se
il problema fosse davvero risolto, perché continuare ad investire così
tanto in queste ricerche?"


Chi è questo Chicco Testa di cui parla Bersani?
Ex
stella nascente dell’ecologismo italiano, è stato segretario e
presidente di Legambiente e, in quella veste, ha promosso con successo
il referendum contro il nucleare del 1987.
Poi qualcosa è cambiato. Ora infatti è Presidente del consiglio di
amministrazione di Roma Metropolitane, la società che realizza la
costruzione delle nuove line metropolitane di Roma. Inoltre è Senior
Partner di Rothschild Italia, membro del consiglio di amministrazione
di Lloyd Adriatico e RAS, Telit Communications Spa e Presidente di
E.V.A., una società che sviluppa e costruisce impianti idroelettrici.
Attualmente è membro dell’ Expert Advisory Committee dello European
Carbon Fund e Presidente del comitato organizzatore del 20° Congresso
del WEC – World Energy Council che si terrà a Roma nel 2007.
Inoltre dal 1994 al 1996 Chicco Testa è stato Presidente del consiglio
di amministrazione di ACEA (Azienda Comunale Energia e Ambiente del
Comune di Roma.) Dal 1996 al 2002 è stato Presidente di Enel Spa, la
più grande compagnia elettrica italiana. Dal 2002 al 2004 è stato
membro del consiglio di amministrazione del Gruppo Riello, leader
italiano dei sistemi di riscaldamento. Dal 2002 al 2005 è stato membro
dell’European Advisory Board di The Carlyle Group (Private Equity)
Presidente del CdA di STA Spa e Presidente del Kyoto Club. 

Al cambio di ruolo è dunque seguito un cambio di opinioni. Chicco Testa ha dato alle stampe un libro intitolato retoricamente Tornare al nucleare?
Inutile dire che in questi anni è cresciuto ed è diventato consapevole,
dunque ha abbandonato l’ambientalismo del no per passare a quello dei
si, del carbone e del nucleare.
D’altronde, come dice lui, chi si oppone è "demagogico".
Un
esempio di demagogia è probabilmente opporsi, come ha fatto Rubbia ma
anche altri scienziati, al sito che il governo italiano aveva
individuato nel 2003, attraverso SOGIN e senza alcuna concertazione con
la popolazione del luogo, per lo stoccaggio di tutte le scorie nucleari
nel nostro paese: una miniera di sale a Scanzano Jonico, zona altamente
popolata a 600 metri dal mare e a un chilometro da un giacimento di
idrocarburi..
Qui e qui tutte le informazioni.

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