In arrivo un Partito Democratico Nucleare!

Mentre in tutto il mondo si smantellano le centrali nucleari o si
vendono progetti a paesi in via di sviluppo guardandosi bene dal
costruire in casa propria, in Italia esiste una lobby pro-nucleare
apertamente appoggiata da tutto il PDL, dall’UDC e, sempre meno
velatamente, anche dal PD.

Dopo il fisico Gianni Mattioli che lascia il pd contrariato dall’ambientalismo del fare e dalle scelte sul nucleare, per altro per nulla approfondite in campagna elettorale, in arrivo un altro carico di, detta gentilmente, merda.

Così in disordine dunque…

INCHIESTA
Il nucleare riparte da Bologna

Esponenti del Pd tengono a battesimo un master patrocinato da Alma
Mater ed Enea, che formerà tecnici in grado di gestire reattori a
fissione. Un’apertura verso nuove politiche energetiche?

http://www.lastefani.it/settimanale/article.php?directory=080317&block=0&id=1
http://www.lastefani.it/settimanale/article.php?directory=080317&block=0&id=2

"Vuol dire che in Italia non ci sono tecnici capaci di gestire centrali?
Attualmente,
in Italia, le persone in grado di interagire con reattori a fissione –
e parlo di impianti tradizionali, non di reattori di quarta generazione
– saranno non più di due o trecento. Tra questi, i giovani sono davvero
pochi. C’è un’esigenza di formazione: se partiremo nei tempi previsti,
saremo noi i primi in Italia, ma progetti analoghi sono allo studio
anche in altri atenei, per esempio a Genova.

E quindi servono corsi specialistici.
Sì.
Noi abbiamo preferito puntare su un master, più che su una scuola di
dottorato, proprio perché non vogliamo formare ricercatori ‘puri’, ma
persone in grado di interagire con i processi produttivi. Certo, può
darsi che le aziende a un certo punto dicano "non ci interessa più", e
che anche il Paese faccia marcia indietro: in quel caso il nostro
sarebbe lavoro sprecato. Ma è un rischio che bisogna correre.

[…]
Nessuno li vuole (i reattori nucleari) sul proprio territorio. Allo stesso modo, l’Italia ha
detto no al nucleare, e intanto compra l’energia prodotta da dieci
reattori francesi. Ma non possiamo sempre chiedere agli altri di fare a
casa propria quello che non vogliamo sia fatto a casa nostra."

Sul programma del Partito Democratico è scritto chiaramente che

4. L’Italia deve impegnarsi sulle tecnologie di punta: che si
tratti della cattura del biossido di carbonio per il "carbone pulito",
o si tratti del metano, delle biomasse o dell’idrogeno e anche del
nucleare di quarta generazione, ovvero quello a sicurezza intrinseca e
con la risoluzione del problema delle scorie.

Per capire cosa si intende per sicurezza "intrinseca" forse sarà utile elencare alcuni incidenti nucleari verificatisi in Francia negli anni 90.

1990: Cinque metri cubi di acqua radioattiva sono stati scoperti presso al stazione nucleare di Fessenheim;

1990: Avaria nelle tubature della stazione nucleare di Gravelines;


1990: Il reattore della stazione di Creys-Malville viene spento a causa della scoperta di un’infiltrazione di sodio.


1990: Due operai vengono contaminati nella stazione nucleare di Blayais.


1991: Avaria nel sistema id raffreddamento nell’impianto nucleare di Belleville.


1991: Un errore umano causa lo spegnimento della stazione di Paluel.


1991: Un’infiltrazione nel sistema refrigerante causa lo spegnimento del reattore della stazione di Nogent.


1991: Un’avaria tecnica crea problemi nella stazione di Belleville.


1991: Scoperta una violazione delle tecniche di specificazione per l’impianto di raffreddaemto dell’impianto di Cattenom.


1992: Avaria tecnica nello stabilimento di Fessenheim.


1992: Avaria tecnica per un’infiltrazione nel sistema refrigerante nell’impianto di Dampierre .


1992: Due operai contaminati nell’impianto di Dampierre.


1993: Errore umano causa problemi tecnici nell’impianto di Cruas.


1993: Avaria nel sistema di strumentazione e di controllo nello stabilimento di Saint Alban.


1993: Problemi tecnici causano un incidente nel sistema di raffreddamento nella stazione di Paluel.


1997:Un
treno trasportante 180 tonnellate di scorie altamente radioattive
deraglia vicino il confine franco-tedesco, nei pressi di Apach.

Visto
che il programma del PD non è stato presentare per gestire il paese nei
prossimi 30 o 40 anni ma nei prossimi 5 c’è da chiedersi perché aprire
al nucleare non come ricerca ma come fonte di energia per il paese. Il
perché ce lo dice Umberto Quadrino, amministratore
delegato di Edison che è pronto nei prossimi 10 anni a costruire 4 o 5 centrali nucleari di terza generazione.
Secondo
Paolo Fornaciari, ex responsabile delle attività nucleari di Enel, di anni ce ne vorrebbero solo 3 o 4.



Per
capire cosa si intende invece quando si parla del problema delle
scorie, evidentemente risolto anch’esso intrinsecamente dal programma
del PD, è utile riportare le parole di Carlo Rubbia, noto demagogo
dell’ambientalismo del no.

«Si apre a questo punto grave problema dell’eliminazione dei rifiuti
radioattivi. Con vari metodi sono inceneriti, triturati, macinati, pressati,
vetrificati e inglobati in fusti impermeabili a loro volta disposti in
recipienti di acciaio inossidabile, veri e propri sarcofaghi in miniatura.
Queste "vergogne" dell’energia nucleare vengono nascoste nelle profondità
sotterranee e marine. Non abbiamo la minima idea di quello che potrebbe
succedere dei fusti con tonnellate di sostanze radioattive che abbiamo già
seppellito e di quelli che aspettano di esserlo. Ci liberiamo di un problema
passandolo in eredità alle generazioni future, perché queste scorie saranno
attive per millenni.
La sicurezza assoluta non esiste neppure in quest’ultimo stadio del ciclo
nucleare. I cimiteri radioattivi possono essere violati da terremoti,
bombardamenti, atti di sabotaggio. Malgrado tutte le precauzioni
tecnologiche, lo spessore e la resistenza dei materiali in cui questi
rifiuti della fissione sono sigillati, la radioattività può, in condizioni
estreme, sprigionarsi in qualche misura, soprattutto dai fusti calati nei
fondali marini. Si sono trovate tracce di cesio e di plutonio e altri
radioisotopi nella fauna e nella flora dei mari più usati come cimiteri
nucleari. Neppure il deposito sotterraneo, a centinaia di metri di
profondità può essere ritenuto secondo me, completamente sicuro. Sotto la
pressione delle rocce, a migliaia di anni da oggi, dimenticate dalle
generazioni a venire, le scorie potrebbero spezzarsi o essere assorbite da
un cambiamento geologico che trasformi una zona da secca in umida, entrare
quindi nelle acque e andare lontano a contaminare l’uomo attraverso la
catena alimentare. A mio parere queste scorie rappresentano delle bombe
ritardate. Le nascondiamo pensando che non ci saremo per risponderne
personalmente."



Per concludere ecco la conferma da parte del PD del suo nuovo orientamento da "ecologia del fare".
Conferma che arriva dalle ultime dichiarazioni di Bersani, fino a qualche mese fa favorevole solo alla ricerca e non alla costruzioni di reattori sul nostro territorio, ma ora ambiguo al punto giusto.

NUCLEARE: BERSANI; PARLIAMONE CON SERENITA’

(ANSA)
– PIACENZA, 25 MAR – ”Nucleare pulito? Stiamo creando le condizioni
per parlarne con serenita’ e chiarezza”. Il ministro per lo Sviluppo
economico Pierluigi Bersani raccoglie l’invito lanciato dal libro di
Chicco Testa, che sara’ presentato dallo stesso Bersani nei prossimi
giorni. ”C’e’ sempre piu’ l’opportunita’ di dialogare su questo tema –
ha aggiunto – grazie al lavoro che abbiamo fatto in questo anno e
mezzo, con l’obiettivo di portare il Paese a prendere una decisione su
basi serie. E’ inutile sparare dei si’ o dei no a casaccio, il sistema
per il momento non e’ attrezzato, ma e’ quasi pronto: il nucleare e’
una scelta eventuale, che pero’ deve prevedere certi paletti molto
chiari. Con un’operazione che trovi un deposito di superficie, che
chiarisca il destino del materiale irraggiato e che rimetta l’Italia
nel circuito della ricerca sugli impianti di quarta generazione ci sono
le condizioni per decidere, il nucleare pulito diventerebbe un
orizzonte su cui riflettere”. (ANSA). C10-DIL

Co’è questo nucleare pulito o intrinsecamente sicuro?
Ce lo spiega Scalia

"Non
mi risulta che all’interno del consorzio generation four esistano
significative prestazioni di ricerca sulla sicurezza intrinseca. […]
mentre si ha la pretesa di dire che il problema è praticamente risolto
non meno di tre anni fa si davano miliardi di euro da parte di Europa,
Usa e Giappone per finanziare sistemi di incenerimento delle scorie. Se
il problema fosse davvero risolto, perché continuare ad investire così
tanto in queste ricerche?"


Chi è questo Chicco Testa di cui parla Bersani?
Ex
stella nascente dell’ecologismo italiano, è stato segretario e
presidente di Legambiente e, in quella veste, ha promosso con successo
il referendum contro il nucleare del 1987.
Poi qualcosa è cambiato. Ora infatti è Presidente del consiglio di
amministrazione di Roma Metropolitane, la società che realizza la
costruzione delle nuove line metropolitane di Roma. Inoltre è Senior
Partner di Rothschild Italia, membro del consiglio di amministrazione
di Lloyd Adriatico e RAS, Telit Communications Spa e Presidente di
E.V.A., una società che sviluppa e costruisce impianti idroelettrici.
Attualmente è membro dell’ Expert Advisory Committee dello European
Carbon Fund e Presidente del comitato organizzatore del 20° Congresso
del WEC – World Energy Council che si terrà a Roma nel 2007.
Inoltre dal 1994 al 1996 Chicco Testa è stato Presidente del consiglio
di amministrazione di ACEA (Azienda Comunale Energia e Ambiente del
Comune di Roma.) Dal 1996 al 2002 è stato Presidente di Enel Spa, la
più grande compagnia elettrica italiana. Dal 2002 al 2004 è stato
membro del consiglio di amministrazione del Gruppo Riello, leader
italiano dei sistemi di riscaldamento. Dal 2002 al 2005 è stato membro
dell’European Advisory Board di The Carlyle Group (Private Equity)
Presidente del CdA di STA Spa e Presidente del Kyoto Club. 

Al cambio di ruolo è dunque seguito un cambio di opinioni. Chicco Testa ha dato alle stampe un libro intitolato retoricamente Tornare al nucleare?
Inutile dire che in questi anni è cresciuto ed è diventato consapevole,
dunque ha abbandonato l’ambientalismo del no per passare a quello dei
si, del carbone e del nucleare.
D’altronde, come dice lui, chi si oppone è "demagogico".
Un
esempio di demagogia è probabilmente opporsi, come ha fatto Rubbia ma
anche altri scienziati, al sito che il governo italiano aveva
individuato nel 2003, attraverso SOGIN e senza alcuna concertazione con
la popolazione del luogo, per lo stoccaggio di tutte le scorie nucleari
nel nostro paese: una miniera di sale a Scanzano Jonico, zona altamente
popolata a 600 metri dal mare e a un chilometro da un giacimento di
idrocarburi..
Qui e qui tutte le informazioni.

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One Response to In arrivo un Partito Democratico Nucleare!

  1. Deus vult! says:

    Notizia sicura: Scanzano Jonico era perfetto per lo stoccaggio. Ho degli amici che lo hanno visitato e mi hanno assicurato: copriamolo pure di scorie che non si perde niente nessuno, anzi, finalmente questo paese derelitto farà il suo ingresso trionfale ( e la sua uscita di scena) nella Storia.

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