Quando l’immaginazione fa brutti scherzi. di A. Burgio

http://www.esserecomunisti.it/index.aspx?m=77&f=2&IDArticolo=24887

 

[…] Insomma, la situazione è seria e raccomanda a ciascuno – compresi i
moderati affezionati alla democrazia borghese – di fare la sua parte. A
difesa non della «buona flessibilità», del libero mercato e della
sicurezza minacciata dagli «zingari». Ma dello Stato di diritto, della
Costituzione e del pluralismo politico. Rinunciando a replicare alle
europee il giochetto delle ultime politiche, quando ci si è
allegramente sbarazzati della sinistra sfruttando gli sbarramenti posti
da una legge-porcata.
Nel caso del fascismo ci fu un solo momento
in cui Mussolini si giocò il tutto per tutto. In occasione
dell’assassinio di Matteotti il regime vacillò per davvero, poiché fu
chiaro che minacciava anche i ceti medi e le fragili conquiste dello
Stato liberale. Poi tutto si richiuse, fino alla disfatta della guerra.
Riflettano dunque bene i nostri odierni «democratici», sempreché i nomi
in politica abbiano ancora un senso. Ma riflettano con altrettanta
attenzione, a sinistra, anche i pervicaci teorici dell’inutilità dei
partiti, gli eterni innamorati della «società civile». L’idea che si
possa contrastare la destra curando reti di relazioni «sul territorio»
e disertando il terreno istituzionale è figlia della stessa ideologia
che vorrebbe combattere. Non c’è una società autosufficiente, estranea
alla politica che la governa e immune per grazia divina dai suoi vizi.
Chi lo crede mostra di non saper rinunciare alle favole del
liberalismo. Predica una radicale alterità ma pone le premesse per una
stabile subordinazione. Noi ci fermiamo qui. Gramsci, che non faceva
sconti, parlò in proposito di «primitivismo».

This entry was posted in politica. Bookmark the permalink.