La società non ha bisogno di nuovi apparati

 
 
La sinistra non c’è più
E’ un concetto vuoto
Il compito è culturale
 

di Franco Berardi Bifo
La bufera ha spazzato via i detriti del ventesimo secolo.
Non
c’è di che rallegrarsi. Il Novecento fu un secolo tremendo di violenza
e di guerra, ma aveva per lo meno un orizzonte al quale guardare, una
speranza da coltivare. Oggi non vi è più nessun orizzonte, solo paura
dell’altro e disprezzo di sé. Questo è l’argomento del quale dobbiamo
occuparci, non del risultato delle elezioni.
La scomparsa della
sinistra e la vittoria definitiva dei razzisti e della mafia è un fatto
prevedibile e previsto. La sinistra ha preparato accuratamente questo
rovescio. Timorosa di ripetere l’errore del 1998 ha accettato tutto
quello che la Confindustria e la Banca Europea hanno imposto, e il
risultato è quello che ora vediamo. Come se due errori di segno
contrario potessero mai fare una cosa giusta.
Gli operai hanno
rifiutato di votare (come non capirli?) oppure hanno votato per i
peggiori tra i loro sfruttatori (come non compatirli?).
Ma
occuparci delle elezioni passate o di quelle future sarebbe pura
perdita di tempo. La democrazia rappresentativa da tempo non ha più
niente da dare. Ora ha chiuso ufficialmente i battenti.
Olindo e
Rosa hanno vinto le elezioni politiche. E allora? Si tratta di curare
la malattia, se ne siamo capaci, non di restaurare vecchi apparati.
Dobbiamo occuparci della malattia psichica che si manifesta in Italia
con l’emergere di un esercito maggioritario di zombie assetati di
sangue.
E’ già successo in Francia qualche tempo fa. La vittoria
di Sarkozy è stata accompagnata dalla scomparsa della sinistra dalla
scena politica parlamentare. Perché disperarsi se ora accade in Italia?

La sinistra, che avrebbe dovuto essere strumento di organizzazione
dell’autonomia della società dal capitale, nel corso del Novecento si è
trasformata in un ceto parassitario che succhia il sangue dei movimenti
per tradirli in maniera sistematica.
Nella versione bolscevica
quel ceto politico ha massacrato le avanguardie intellettuali e
operaie. Nella versione socialdemocratica ha venduto le conquiste
operaie in cambio di potere economico per le burocrazie. Nella sua
attuale versione americanizzata si illude di poter condividere il
potere con gli aguzzini. Non si accorgono gli americanoidi
all’amatriciana che l’America dei loro sogni sta sprofondando,
sconfitta dalla resistenza regressiva dei popoli islamici, e sommersa
da una recessione senza vie d’uscita. L’Occidente sprofonda in una
recessione che annuncia guerra civile planetaria. Questo lo scenario,
questo l’orizzonte.
Ora la società non ha più difese, in compenso non c’è più il ceto politico che la parassitava.
Lasciamo
perdere l’idea di ricostruire la sinistra, perché la sinistra non ci
serve. E’ un concetto vuoto, che si può riempire soltanto di passato.
La
società non ha bisogno di un nuovo apparato di mediazione politica. Non
ci sarà mai più mediazione politica. Il capitale ha scatenato la guerra
contro la società. Non possiamo far altro che adeguare ad essa i nostri
strumenti e i nostri linguaggi.
Non possiamo combattere quella guerra sul piano della violenza, per la semplice ragione che la perderemmo.
La
società deve costruire le strutture della sua autonomia culturale:
dissolvere le illusioni che sottomettono l’intelligenza al lavoro al
consumo e alla crescita, curare lo psichismo collettivo invaso dai
veleni della paura e dell’odio, creare forme di vita autonoma
autosufficiente, diffondere un’idea non acquisitiva della ricchezza.
Non abbiamo altro compito. Ed è un compito gigantesco.

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