da indymedia: analisi sulla crisi rifiuti a Napoli

Giovedì 22 Maggio, prima che venisse ufficialmente pubblicato,
abbiamo chiesto al professor Franco Ortolani, ordinario di geologia
alla Federico II ed esperto della situazione rifiuti in Campania, un
parere sul decreto governativo del governo Berlusconi. Ecco il testo
dell’intervista

Professor Ortolani lei ha fatto parte della commissione
paritetica che valutò l’idoneità del sito di Serre e già all’epoca ebbe
modo di criticare le scelte dell’allora commissario Bertolaso. Cosa
pensa della sua nomina a sottosegretario con poteri straordinari?

Io portai gli unici dati di conoscenza geologica che erano relativi a
Valle della Masseria che il commissariato non aveva quando continuava a
sostenere l’idoneità del sito. Dalle relazioni ufficiali del
commissariato si evinceva che la conoscenza geologica si basava su un
sorvolo da elicottero. Questo dai dati ufficiali. Io feci rilievi ed
evidenzia le sedi problematiche esistenti. Non solo ma la vicinanza al
rilievo delle acque che irrigano tutta la piana del Sele, dove già
adesso esistono 2 discariche (Macchia Soprana e Basso dell’Olmo a cui
si deve aggiungere quella abusiva di contrada Paraglione ndr),
era estremamente pericoloso e dannoso per l’economia perchè andava a
minare anche la credibilità della purezza dei prodotti della piana del
Sele. Dalla mozzarella agli ortaggi. Dal punto di vista della
pianificazione mettere 2 discariche regionali su un prelievo di 250
milioni di metri cubi di acqua diciamo è una follia.

Il nome di Valle della Masseria però è tornato in circolazione
Non so se è entrato in circolazione perchè collegato a Bertolaso, ma
spero si sbaglino. Macchia Soprana tra un mese è chiuso. Terzigno è a
zero e a meno che non cambino la legge 87 dello scorso anno lì deve
andare solo la frazione organica stabilizzata, quindi non vedo come
potrebbe entrare in funzione. Terzigno poi dobbiamo pensare che è in
zona di vulcanismo attivo e la legge italiana prescrive che in queste
zone non si facciano discariche perchè un’eventuale eruzione potrebbe
determinare la rottura dell’impianto e quindi provocare l’inquinamento
ambientale. Questo non lo dico io ma la legge italiana. Il problema
della salute è un problema non derogabile a meno che non si voglia
cambiare la costituzione

Adesso, con l’equiparazione delle discariche a siti
militari, i controlli esterni a quelli del governo saranno praticamente
impossibili

Finché non si elimina l’articolo 32 della costituzione deve essere
sempre tutelata la salute dei cittadini. I militari non possono andare
sopra la costituzione italiana, anzi devono rispettala e farla
rispettare. Quindi non è che con la forza si riesca a superare il
problema che riguarda la salute e la tutela delle risorse idriche che
poi noi continueremo ad usare e a bere. Non confondiamo. L’uso militare
può facilitare un’azione fattibile ma se l’azione non è fattibile, nel
rispetto delle leggi nazionali e comunitarie, l’uso della forza porta a
realizzare un impianto di tipo pericoloso e le ricadute vi saranno per
la salute dei cittadini della Campania.

Quale sarebbe la strada più giusta da intraprendere allora per un corretto ed efficace smaltimento?
Il ciclo naturale porta alla riduzione dei rifiuti, all’uso industriale
dei materiali riciclabili e all’ubicazione in discarica di un 30-40% di
scarti. Questo è il ciclo. Ma questi scarti vanno ubicati in siti che
non si determinino pericolosi. Io davanti al decreto metterei “il tutto
deve essere attuato nel rispetto delle risorse idriche e delle risorse
naturali di importanza strategica per la regione”. Poi è naturale che
deve essere garantito il rispetto dell’articolo 32 della costituzione,
che deve essere riguardato il diritto alla salute per tutti i
cittadini, non solo per quelli delle città forti. L’uso di uno
strumento speciale deve essere accompagnato da una base
tecnico-scientifica attenta. Questo consentirebbe una rapida
risoluzione dello scandalo rifiuti. Ma da esperienza fatta sin ora
l’uso della potenza si è sempre risolto in una scarsa attenzione per la
salute, l’ambiente e le risorse naturali. Spero che questa tendenza si
inverta. In passato più il potere è stato forte meno era attento a
tutelare salute e ambiente. Se ora abbiamo ancora un potere maggiore e
non si inverte quella linea potete trarre delle conclusioni.

Ritiene che fino ad ora quindi non siano stati fatti i giusti controlli?
Scienza e tecnica fin ora non sono mai state applicate. La sicurezza è
stata sempre l’ultimo parametro. Le scelte sono state fatti per altri
aspetti, per altri parametri. Naturalmente alla verifica tecnica molte
di queste scelte hanno rivelato grossi problemi.
Pensi a quanti errori sarebbero stati commessi se questo decreto fosse
stato fatto un anno fa. Pensi a Pianura, si sarebbe realizzata, Napoli
orientale (manifattura tabacchi) idem, Pignataro Maggiore, Carinola,
Difesa Grande, Forcone, Lo Uttaro. Tutte scelte fatte e sponsorizzate,
fortemente volute che causarono anche lo scontro con i cittadini. Poi
lo stesso commissario fu costretto a riconoscere che erano state un
errore e le richiuse. Con scienza tecnica e buon senso i problemi
sarebbero stati risolti da tempo. Ci vuole la volontà di risolvere i
problemi ma con questi parametri. L’uso di un potere speciale a queste
condizione avrebbe permesso di uscire dalla crisi già 5 anni fa, 10
anni fa

Ma in quali aree allora dovrebbero essere aperti i siti di stoccaggio?
Di aree geologicamente idonee ce ne sono a centinaia. Il problema è che
c’è bisogno di una pianificazione corretta dello smaltimento dei
rifiuti. Io non posso prescindere da una forte riduzione dei rifiuti.
Se io non attuo questa concertazione è chiaro che io politicamente non
sono credibile. Io non ragiono, non discuto, non pianifico. Allora la
popolazione ha visto che gli attuali detentori dei poteri democratici
come amministrazioni locali, regionali oppure dei poteri commissariali
(citando gli errori riconosciuti che abbiamo detto prima) offrono
scarsissima o nulla credibilità che l’intervento sia fatto con
correttezza, sia il migliore, sia giusto. C’è uno spazio che il potere
non può colmare. È quello della credibilità, della concertazione. Un
piano deve prevedere una possibilità di trasferire risorse e sviluppo
nelle aree in cui dovrebbero andare le discariche, e non portare
solamente le cose cattive.

Mancano insomma interventi decisivi sulla produzione dei rifiuti e si lavora invece solo sullo smaltimento
Pensiamo a parte della provincia di Napoli e a tutta quella parte della
provincia di Caserta e di Salerno che si affaccia su Agro Nocerino e
Pianura Campana. Queste sono tre le aree più fertili del mondo in cui
c’è terreno, risorse idriche in abbondanza, grande capacità dell’uso
agricolo della terra. In un’area di questo tipo è un crimine sottrarre
terreno per mettere grandi impianti. È un crimine determinare un
inquinamento. È un crimine. In questo caso io non posso allocare
materiale inquinante o impianti inquinanti. Devo per forza andare
obbligatoriamente a ridurre i rifiuti da smaltire. Ma non per una
spinta ideologica sfrenata. Non uso la parola rifiuti zero perchè può
apparire una scelta ideologica, ma io devo ridurre assolutamente i
rifiuti perchè non so dove metterli. Ed ecco quindi che, per Napoli e
per quella parte che dicevo prima, un progetto strategico che da qui ad
un anno e mezzo, due anni, portasse ad una drastica riduzione del 50-60
% sarebbe una operazione di buon senso, di conservazione della risorsa
idrica e di quella suolo. Per il futuro dobbiamo ridurre drasticamente
la quantità di rifiuti da dover smaltire perché se noi realizziamo un
inceneritore a Napoli certamente non lo costruiamo in un anno. Ci
vorranno due o tre anni. Nel frattempo io avrei anche avviato una
raccolta spinta che arrivasse al 50-60% . Il discorso va fatto sempre
nella tutela dell’ambiente dove noi viviamo. Perchè noi campiano con
l’acqua col terreno con le coltivazioni. E questo ragionamento deve
essere fatto con la partecipazione costruttiva, democratica della gente
che vive nel territorio. Il decreto così come sembra delinearsi (dico
sembra perché non lo abbiamo letto) si configura come un
commissariamento di fatto della regione e del comune di Napoli. Non è
detto e non è scritto, Ma di fatto è così.

Le decisioni non sarebbero quindi sindacabili da amministratori locali e società civile
Ma stiamo scherzando? Tutto questo per colpa di poche persone che hanno
amministrato male a scapito anche delle province in cui magari si
svolge una grande attività di differenziazione e di riciclaggio.

Un’altra proposta è quella di costruire addirittura 4
termovalorizzatori. Quello di Acerra sarà il più grande d’Europa e,
semmai entrerà in funzione, pare che se la differenziata in regione
arrivasse al 35% potrebbe essere sufficiente. Lei cosa ne pensa?

Sempre ragionando col buon senso e guardando alla tutela del territorio
è automatico arrivare ai numeri che lei dice. È come se all’esterno non
importasse niente di quello che succede in Campania, delle risorse
della Campania. Anzi se la regione va in malora è meglio.
Se il governo di questa iniziativa è al di fuori della regione e la
regione non entra in maniera costruttiva è chiaro che c’è solo in
deperimento dell’ambiente, dell’economia e dell’assetto socio economico
per il territorio regionale così commissariato.

Si parla di un partito dei no, della mancanza di proposte alternative
Negli anni novanta elaborai, insieme ad altri scienziati, una piano per
la provincia di Avellino individuando circa trenta siti. Il presidente
della provincia di allora Anzalone secretò i risultati e non si sa che
fine abbiano fatto. Questo per dire come scienza e tecnica consentano
di individuare le caratteristiche territoriali giuste e trovare
soluzioni. Se lei va a chiedere al commissariato se ha fatto una mappa
di tutti i siti potenzialmente utilizzabili in Campania voglio vedere
cosa le risponde. Noi l’abbiamo fatto con alcune tesi di laurea. In un
mese utilizzando queste metodologie che abbiamo messo appunto si
potrebbe avere il quadro di tutta la regione Campania. Poi la
metodologia qual è, è normale, banale: una commissione costituita da
esperti multidisciplinari presi tra tutte le università campane e tra
tutte le istituzioni democratiche della Campania individua sulla prima
base geologica l’approfondimento di quali aree per gli altri aspetti
possono essere idonee. Una volta così definite le aree praticamente c’è
una base conoscitiva inattaccabile. E se una istituzione dice" le
discariche possono essere messe qui, qui e qui" è una proposta
inattaccabile perchè basata su una conoscenza completa di tutta la
regione e di tutte le discipline necessarie a valutare l’area. Questo è
l’abc del governo e della pianificazione. Questo si deve fare in modo
tale che nessuno, se si oppone, può avere argomenti validi che dicano
che il sito non è idoneo. Allora veramente si potrebbe dire che si
oppongono perchè non lo vogliono nel proprio giardino. Invece oggi non
abbiamo questa base conoscitiva da parte delle istituzioni purtroppo.
Sono metodologie normali attuate anche in altre regioni. Solo chi non
vuole risolvere il problema non applica metodi corretti che consentano
di avere questa visione. Lo Stato è stato presente per 14 anni in
Campania, perchè non è che arriva adesso con questo decreto, sappiamo
bene che i commissariati sono stati emanazione dello Stato. Sono stati
nominati ogni volta, facendo riferimento alla legge di protezione
civile, dal presidente del consiglio di turno. Quindi lo Stato era
presente e ha speso, forse ha speso male.

Anche sulla questione di Valle della Masseria, lei affermò
che il sito fu scelto più per una vicinanza all’autostrada che per
altri aspetti

Si. L’altro motivo della scelta era la presenza di argilla. Allora io
feci un esempio. Immaginiamo che si debba proteggere il porto di Capri
e che si debba fare in fretta perché può arrivare l’inverno e una
mareggiata. Allora visto che le scogliere sono fatte di grossi blocchi
di roccia calcarea ed i Faraglioni sono fatti per l’appunto di roccia
calcarea, allora smantelliamo i Faraglioni ed i blocchi li utilizziamo
per fare i moli di Capri. Tanto è roccia calcarea. A me pare che i
Faraglioni siano un monumento ambientale e quindi sarebbe
improponibile. Serre, l’oasi, con la diga fatta per prelevare le acque
per irrigare tutta la pianura del Sele, sono un monumento ambientale.
Quindi lo stesso discorso facciamolo a Serre. Non è attuabile come non
è attuabile smantellare i faraglioni per fare il molo di Capri. C’è
argilla è vero, ma fa parte di un monumento ambientale. Non solo, un
monumento ambientale che regge tutta l’economia della piana del Sele.

La gestione emergenziale porta avanti se stessa
Esatto, almeno guardano i risultati, è stato questo. Può darsi anche
che la volontà ci fosse ma non sono state scelte le persone giuste.
Insomma o non sono state nominate le persone giuste o peggio ancora è
mancata la volontà di risolvere veramente questa crisi.

Ma è possibile avere i rilievi da voi effettuati?
Non li abbiamo pubblicati ma sono a disposizione delle istituzioni
perchè si tratta di una situazione estremamente delicata. Non è che li
teniamo segreti ma capirà che vista anche la militarizzazione della
questione immagini cosa sarebbe successo se avessimo pubblicato i
risultati. Ma ripeto sono a disposizione delle istituzioni.

This entry was posted in Generale. Bookmark the permalink.