Quali rischi ci sono nel detassare gli straordinari?
A
parte il merito della proposta, che analizzeremo dopo, è la forma in
cui viene presentata che svela il reale progetto del prossimo governo,
e lo si può leggere in una dichiarazione di Maurizio Sacconi, il quale
rivela candidamente che «la detassazione degli straordinari avverrà
indipendentemente dall’esistenza o meno di accordi sindacali». Insomma,
il futuro governo Berlusconi vuole creare un sistema che praticamente
incentiva a non contrattare, e spinge su istituti unilaterali come le
elargizioni «una tantum», gli straordinari non contrattati, gli assegni
ad personam. E’ chiaro che se l’accordo integrativo non è detassato, a
fronte di uno straordinario che lo è, l’impresa non avrà alcun
interesse a sedersi al tavolo per firmare accordi, ma proporrà una
tantum ai lavoratori, che si vedranno costretti ad accettare dato che
non hanno alternative. E’ successo di recente alla Tod’s di Della
Valle, avremo tanti casi simili.
Si cancellerebbe il sindacato…
Di
fatto sì, perché si offrono ai lavoratori pochi soldi, maledetti e
subito, a fronte della «fatica» di dover fare scioperi. Ma nessuno
spiega che la contrattazione collettiva offre tante tutele normative
che così, in questa contrattazione «individuale», spariscono del tutto.
Senza contare poi che dalla riforma degli straordinari sarebbero
esclusi milioni di lavoratori, dai precari agli stagionali,
diffusissimi in settori come il commercio, l’edilizia, l’agricoltura.
E’ un discorso che vale solo per il tipico lavoratore a tempo
indeterminato full time, e neanche ci guadagnerebbe granché: bisogna
fare 250 ore extra l’anno per avere circa 40 euro in più al mese,
secondo i calcoli del Sole24Ore su un operaio metalmeccanico. Mi mi si
deve spiegare che organizzazione del lavoro c’è in un’azienda dove si
fanno tutte queste ore. E poi ci sono rischi per la sicurezza e la
salute: dopo 8 ore in fabbrica o in un’infermeria ne faccio altre 2, o
4, come sarò alla fine del turno?
http://ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/19-Aprile-2008/art13.html
Alcune aziende potrebbero concedere aumenti retributivi ai propri collaboratori camuffandoli da ricorso allo straordinario,
con un forte calo delle entrate fiscali e contributive a cui
occorrerebbe porre rimedio verosimilmente aumentando le tasse, vista la
genetica incapacità dei governi europei a tagliare la spesa. Inoltre,
la disponibilità di ore lavorative aggiuntive a buon mercato
rappresenta un incentivo alle imprese per non espandere l’occupazione
anche in presenza di accresciuta domanda dei propri prodotti e per non
compiere investimenti innovativi ad alta intensità di capitale.
L’esito di simili decisioni, nel lungo periodo, sarebbe rappresentato
da una decelerazione del tasso di crescita della produttività francese,
e quindi nel declino del tenore di vita.
http://phastidio.net/2007/06/13/gli-straordinari-di-sarkozy/